Magari ci saranno degli avvisi. Deboli segnali. Sintomi appena riconoscibili. Sensazioni di indolente distacco da se' stessi e da cio' che ci circonda. Sara' possibile percepire il flusso della vita scorrere via da noi, lentamente, come il fruscio del mare da dentro una conchiglia. Io credo che sara' una calma assai disciplinata, quella che mi pervadera'.
E allora, mi piace immaginare, raggiungero' la porta della mia casa, l' apriro' e mi siedero' sul suo gradino. E aspettero'. Aspettero' cosi' come si aspetta chi siamo certi che tornera'. Chi speriamo abbia accettato il nostro invito. Chi rientra da un viaggio. Chi ci ha promesso una visita in caso fosse di passaggio, Chi porta cose nuove. Chi arrivando sconvolge i nostri piani. .Chi ci consegna il conto da pagare. Chi ci regala un fiore. Chi conosce il nostro dolore e ci accoglie fra le sue braccia. Chi condivide la nostra vittoria e ci viene incontro correndo. Chi gioisce con noi e ci stringe facendoci fare un goffo giro di valzer. Chi invece, di certo, non verra', perche' lo sai che non verra'. Chi,o cosa, arrivera' e ti portera' via.
E tu, che aspettavi, te ne andrai seguendo questo visitatore cosi' puntuale, portandoti dietro la tua valigia di amori, affetti, sogni, delusioni, dolori, incertezze, luoghi, case,vite.
Alla fine del mio giorno, vorrei avere un po' di tempo per aspettare su quel gradino e avere la certezza di lasciarmi alle spalle una piccola casa, semplice, curata e amata.