lunedì 16 settembre 2013

Le lacrime non sono tutte uguali.

Le lacrime non sono tutte uguali.


Ci sono lacrime leggere, tiepide, quasi dolci, quando ci intenerisce un ricordo, uno sguardo, una canzone, quando ci rendiamo conto, quasi per incanto, di quanto amore ci sia dentro, fuori, intorno a noi.

Ci sono lacrime fredde, gelate, taglienti sulle guance, come lame di ghiaccio. Sono quelle dell' addio, dell' abbandono, del rimpianto, della disillusione.

Ci sono lacrime di fuoco, roventi, che scendono giu' come lava, solcano la pelle, ardono e le percepiamo rosse, come sangue, perche' proprio dal nostro cuore sgorgano e scivolano poi dai nostri occhi. Sono le lacrime della disperazione, della perdita di chi abbiamo tanto amato,del lutto, del dolore assoluto.
Perdiamo, con esse, trame, lembi della nostra esistenza, che restera' lesa, debole e sfilacciata.

Ci sono lacrime lente, pesanti, quasi fluide. Cadono a poco, a poco, stentano a scendere sul viso, si spingono, poi, pigre  fino a bagnare gli angoli delle labbra. Sono le lacrime della poverta', dei genitori senza piu' lavoro o senza piu' la salute necessaria per svolgerlo. Cadono sfaldandosi e creando enormi aloni azzurrognoli sul foglio dei tanti conti da pagare. Hanno il sapore di mandorle amare.

Poi ci sono le lacrime dei bambini.
Non certo quelle goccioline veloci, frenetiche schizzano dai loro occhioni per l' ennessima bizza, o per il senso di sconfitta causato da una rovinosa caduta, o per la perdita del giocattolo preferito, o perche' si e' avuta la peggio durante la zuffa con il fratellino. Queste sono lacrime che sanno di fragola e vaniglia.
No.
Parlo di quelle lacrime che non ce la fanno a cadere giu', dagli occhi di tanti piccoli. Ci stanno dentro. Ci abitano ormai, in precario equilibrio fra le palpebre e le ciglia, ad annacquare, a confondere, a rendere cosi' meno nitido, forse per un briciolo di pieta', quello che la loro vista altrimenti gli mostrerebbe.
Sono le lacrime dei bambini che soffrono a causa di malattie, fame e di tutto l' orrore che la guerra produce, che hanno respirato la violenza, se ne sono dovuti cibare ,l' hanno imparata a digerire, l' hanno osservata all' opera per mano di quegli adulti che avrebbero dovuti amarli,  proteggerli, curarli. 
Restano nei loro occhi, quelle lacrime, e stentano a scendere perche' ...hanno paura. Tanta paura. La stessa di cui sono impregnati i giorni, le ore, i minuti di questi piccoli umani.

Ogni tanto pero' un raggio di luce riesce ad attraversarne una e la ruba.Un po' come quando piove ed arriva, inaspettato, un po' di sole. Allora questo bagliore se la porta via, sale su in alto nel cielo e la trasforma in una nuova stella.

Ci sono davvero troppe nuove stelle in questo nostro cielo, in questa nostra lunga notte. Sono lassu': alziamo la testa!

Se continueremo a  non curarcene, ad infischiarcene di quelle piccole stelle, accadra' che loro, diventeranno  talmente tante che sara'  il sole ad  indignarsi  per la nostra vigliacca  indifferenza al loro dolore, cosi' si rifiutera' di sorgere.


Per noi sara' notte infinita.