lunedì 7 marzo 2011

Calma.



Calma. Calma piatta stanotte.Da estate in citta'. Come altre notti, di altre estati, nella stessa citta'.
Calma piatta anche nel suo ufficio altezza strada, illuminato dai neon e dagli schermi dei videoterminali.
Calma piatta anche negli oggetti: le sedie, i tavoli, gli armadi, le porte, tutto sembra piu' fermo, piu' immobile del solito. Essi non hanno autonomia di movimento,. Vengono mossi, manovrati da qualcuno, altrimenti rimangono fermi anche durante il giorno. Ma la notte appaiono ancora piu' immobili. Forse perche' non c'e' nessuno che si muove intorno a loro. Non c'e' nessuno da cui assorbire energia. Se c'e' chi vi si muove attorno sembrano meno fermi. Perche' c'e' energia in azione.
Gia', energia. E' quella che manca dentro e fuori. Da troppo tempo tutto si trascinava come per inerzia. Era sempre mancato un qualcosa, non sapeva bene, forse un piccolo lampo oppure un click, ecco si', una accensione, una scintilla.
Invece calma, calma piatta. Ma ci si era abituato. Cosi' tanto da non poterne fare a meno. Perche' lo faceva sentire piu’ sicuro.
Mai piu' sorprese, scossoni, emozioni.
L'unica cosa viva, in quel momento, gli pare il suo caffe': scuro, denso, caldo come questa notte, appunto. Le cose liquide sono vive. Perche' l' acqua e' viva. E si muove. Scorre, cola, si versa, gocciola, si allunga sulle superfici. L'acqua e' vita e, come essa, puo' scorrere impetuosa o distendersi calma nello spazio che trova a sua disposizione.
L'acqua disseta, pulisce e non lascia odori. Anzi , quasi sempre riesce a detergere, cancellare.
La vita, invece, spesso secca la gola, come quando cammini in fretta con la bocca un po' aperta.
La vita non ti lascia pulito. Ti lascia segni, impronte, graffi, macchie piu' o meno visibili, ma sicuramente incancellabili.
La vita ti lascia addosso il suo odore. E ognuno ha il suo.
E il suo , R. lo conosce bene. Ma questa notte lo sente piu' intenso e pungente. Non sa definire se piu' o meno sgradevole. Come certe essenze troppo dolci e stucchevoli.
Come il sangue.
Anche il sangue e' vivo, ha il suo movimento e lascia tracce ed odori. Ma, a differenza dell'acqua, non puo' lavare e pulire. E'denso, appiccicoso e vischioso. Proprio come certe persone sanno esserlo e certe situazioni diventarlo.
Calma. Occorre calma in ogni situazione, con qualsiasi persona ci si relazioni.
Certo. Tutto deve svolgersi con calma. Come ci e' stato insegnato.
Gia',gli insegnamenti sono importanti. Sono indispensabili.
Come l'acqua.
Come il sangue.
Come la calma.
Se non si e' calmi non si e' precisi.
R. lo era. Ed era anche paziente e gentile con tutti.
Poi, chiusa la porta di casa, cosi’ come quella del suo ufficio, di notte, era solo . Era stata una grande fortuna quel lavoro. L’azienda aveva persino avuto difficolta’ a trovare una persona esperta, responsabile, capace come lo era lui, disponibile per un lavoro notturno e solitario.
Una fortuna per R.
Era come essere a casa. Fra le sue mura. In pace. Solo.
La solitudine era uno stato ideale.
Si abbandonava volentieri in quella calma come un feto nel liquido amniotico dell’utero materno.

Adesso R. si sente a posto, sereno. Nessun turbamento.
A differenza del pomeriggio quando la sua calma era stata interrotta, disturbata da quello stupido avvenimento.
Ma adesso tutto era passato e risolto.
Grazie alla sua tranquilla, riflessiva, ponderata determinazione.
Il lavoro si svolgeva senza intoppi, merito della sua esperienza e competenza.
Tutto rientrava nella normalita'.
Tutti gli equilibri erano ristabiliti.
L'orario. Era riuscito ad uscire alla solita ora per recarsi al suo ufficio, senza rischiare di non essere puntuale al cambio del turno.
R. lo sapeva. Uno come lui non agisce mai d'istinto. Le sue azioni sono sempre frutto di decisioni, di scelte selezionate in precedenza, con calma.
R. prova una netta avversione per i tipi collerici, passionali, rabbiosi. Uomini simili a bestie.
R. adora la giusta misura in ogni cosa.
Per questo sapeva che tutto sarebbe tornato a scorrere fluido e tranquillo, come sempre, come il suo caffe'.
Tra pochi minuti si aggiornera' sulle ultime news in tempo reale , mettera' su un po' di musica , che terra' come sottofondo mentre continuera’ a svolgere i suoi compiti. Gli piace sceglierla con attenzione la musica che ascolta. Non ama subirla, cosi', per caso.
Non accetta di subire, mai.
Stasera ha messo su "Round Midnight" di Miles Davis.
E' disteso. Controllato. Efficiente. Calmo.
Sono quasi le 03.51 quando un suono acuto e sgraziato, disturba l'ascolto del magico, misterioso equilibrio che generato dalla tromba di Davis.
Rumori disordinati, luci abbaglianti, intermittenti bianche e blu dai vetri.
Sono le 03.54 quando una voce maschile urla: - Aprite ! Polizia!-
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Erano le 21.56 quando la signora S. aveva denunciato la scomparsa di sua figlia M.
M. tornava a casa sempre abbastanza puntuale e avvertiva in caso contrario . Quella sera non era rientrata.
Ma presso la banca, per la quale lavorava a tempo determinato , quel pomeriggio tutti l’avevano vista uscire alla chiusura alle ore 15.50. Nessuno l’aveva piu’ vista. Lei, essendo nuova, non faceva confidenze ai colleghi , quindi nessuno sapeva se aveva qualche impegno in serata. Era cosi’ timida che molti dei suoi colleghi si stupivano dell’ energia che metteva nel contrattare e convincere i clienti delle buone offerte della banca. Voleva a tutti i costi quel posto per se’ e ci dava dentro davvero con grinta.
Alla domanda della polizia se era successo qualcosa di strano o di diverso dal solito alla ragazza negli ultimi giorni, i genitori non avevano saputo rispondere.Niente di rilevante. Tranne forse il racconto che qualche giorno prima la ragazza aveva fatto alla famiglia : un cliente che al suo sportello aveva avuto una reazione che l'aveva lasciata di stucco.
M. stava cercando di convincere il signore,come doveva fare da contratto ,di quanto sarebbe stato conveniente per lui accedere a nuovi modelli di fondi di investimento piu' rischiosi ma senz'altro a piu' alto e soddisfacente rendimento.
Sapeva di doversi mantenere sempre gentile, ovviamente, ma di "non mollare la preda", come le avevano insegnato al corso di 3 mesi organizzato dalla banca stessa. Cosi’ gli disse che lo avrebbe ricontattato per un nuovo appuntamento, cosi’ da poter approfondire e chiarire ancor meglio i particolari dell’investimento.
A quel punto il cliente stanco e irritato, si era alzato, era rimasto impietrito, li’ davanti a lei, in piedi e aveva continuato a fissarla muto, con uno sguardo fisso, duro e cattivo. La scena era durata forse giusto un minuto ma sembrava non passare mai e l'aveva lasciata turbata e impaurita. In seguito i colleghi l'avevano rassicurata: era un po' il rischio da correre quando si fanno offerte finanziare del genere ! Ci si passa tutti! Le avevano detto.
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Erano le 02.48 quando il corpo di M. fu ritrovato.
Era in fondo alla discesa di una rimessa a 300 mt circa dalla banca.
L'agente D. aveva acquisito, durante i suoi 10 anni di carriera , una certa capacita' di distacco ma ebbe la netta sensazione che quei meravigliosi occhi verdi sbarrati dall'orrore non se li sarebbe dimenticati abbastanza presto, come si augurava.
Una sola ferita: da lama, alla gola, precisa e profonda.
Molto, molto sangue. Per terra, sugli abiti, sulla borsetta che cadendo, poco piu’ in la’ si era aperta. L’agente vide spuntare qualcosa fuori. Un modulo per l’adesione ad un fondo d’investimento. Era praticamente tutto compilato mancava solo la serie di firme da parte del contraente. Al suo posto lesse alcune parole impresse, con una forza ,tale, quasi, da forare il foglio.

HAI INFRANTO LA MIA CALMA ! TI FERMERO’!”
M. non aveva, quindi, raccontato tutto l’accaduto per intero , di certo per non spaventare i suoi. Ma aveva conservato il modulo con i dati del cliente.
R. abitava in citta’, lavorava a due isolati dalla banca. Preferiva l’orario del pomeriggio per recarvisi perche’ lavorava di notte e la mattina riposava. Era un tipo preciso e amava decidere le cose con calma, le aveva risposto ad una sua prima offerta.
Erano le 03.20 quando, arrivo’ il medico legale, che per l’occasione aveva interrotto un’ autopsia in obitorio, infatti preferiva eseguirle la notte per evitare il giro dei parenti che il giorno passavano per i riconoscimenti. Sulla sua relazione trascrisse : ferita da arma da taglio alla gola. Morte quasi immediata per copiosa perdita ematica. Morte avvenuta intorno ore 16.00-17.00.

L’agente D osservava il padre e la madre di M. Come in trance, non staccavano gli occhi da quel corpo di ragazza che sembrava , adesso, quasi una farfalla abbattuta durante uno dei suoi piu’ meravigliosi volteggi e giaceva in quella posa strana, un po’ scombinata, quasi grottesca , in una immensa pozza di sangue.

Sangue : denso, appiccicoso, vischioso , come certe persone sanno esserlo e certe situazioni diventarlo.

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