lunedì 7 marzo 2011

Marino e l'anima delle cose.

La sera che lo conobbi nella sala d'aspetto della stazione di una grande citta' del nord, ero nervosa, il treno ritardava, ero stanca e gia' in ansia per gli impegni che il giorno dopo mi aspettavano implacabili. Volevo arrivare a casa velocemente per cercare di rilassarmi e invece niente. Maledetto, fottuto ritardo! Marino era disteso su due sedie. Un mucchio di stracci di un unico colore indistinto vagamente verde-grigiastro. Una borsa a sacco strapiena di altrettanto ciarpame maleodorante, scarpe sformate e decisamente troppo grandi, giornali per cuscino. Gli occhi acquosi parevano specchiare il colore dei suoi abiti, la pelle del viso bruciata dal freddo, dal vento e dall'alcool che probabilmente era il combustibile che tirava avanti quel facsimile di essere umano. Insomma uno di quei relitti che ci troviamo quasi a calpestare nei nostri centri storici, parcheggi, stazioni, giardini pubblici. Niente di particolare per quello che mi riguardava, poi ero cosi' infuriata...figurati, ma chissa' che aveva da fissarmi con quel mezzo sorriso a presa di .... Poi vidi che stava arrivando, strascicando le sue grosse scarpe, verso di me e mi girai verso di lui piuttosto infastidita. Fidati di un tipo cosi'.... Ma, porca p.....accidenti a questo treno, guarda in che situazione mi devo trovare....
- E' sua questa?- E mi porge la mia stilo . -Le e' caduta mentre cercava il telefonino.- -Ah , ma guarda... grazie... non me ne ero proprio accorta....-
Meglio tagliar corto con questo qui....magari poi mi chiede soldi per andare a farsi un goccetto! ...Faccio due, tre passi avanti nella sala, tanto per creare un po' di spazio e distacco fra me e quel soggetto. Con la coda dell'occhio pero' vedo che continua a fissarmi,non sembra che abbia un interesse volgare o interessato, verso di me. Direi... che sorride ancora, ma mi guarda con malinconia, quasi come .....si' come se mi compatisse....Questa poi... Mi metto a girare in su e giu', cosi' da evitarlo. Dopo qualche minuto mentre sono gia' nuovamente immersa nelle mie ansie, mi fa : -Non le rispondera'!-
-Ma ...scusi..dice a me?- -Si' cara, dico a lei. Non rispondera' alla sua lettera. Non e' capace di comprendere il suo dolore e neanche il suo amore. Lui le evita le complicazioni e lei non e' altro che questo per lui, per la sua vita.-
Rimango in silenzio, incredula, confusa. -Non capisco...cosa mi sta dicendo? Insomma l'ho ringraziata. Ora basta, per favore...-
-La sua penna ha scritto parole che venivano diritte, diritte dal suo cuore e quelle parole lo hanno fatto sanguinare. La sua penna vibra ancora di tutto il suo disperato amore, di ogni suo appello, di ogni sua richiesta di ascolto e di comprensione, di ogni suo delicato ma ingegnoso tentativo di lanciare messaggi di intesa, di tagliare via frangie di incomprensioni, di insoddisfazioni, di fraintendimenti, di attese lunghe ed inutili, di desideri inascoltati, di sensazioni mai realmente condivise. Mi creda, chi ha ricevuto questa sua lettera non ha capito, ne' mai capira' le sue parole.. Lei ha fatto crescere da sola il suo amore, che e' diventato grande , ma quell'uomo non rinuncera' mai alla sua comoda, ricca, organizzata, sicura vita ,per lei. E' arrivato il momento di scrivere "fine" su un foglio bianco e in quella parte del suo cuore. Brucera' per un po', ma si rimarginera'. E questa penna non vedra' l'ora di scrivere altre parole, parole d'amore, di passione, di rabbia anche, perche' no, ma per chi avra' occhi sinceri e un anima vera, capaci di comprendere e che quelle parole raccogliera' come perle di fiume conservervandole come tali fra le cose preziose, anche se spesso, fuggevoli, che la vita sorprendendoci, ci sa donare.- Poi prese la sua sacca e regalandomi un ultimo sdentato sorriso se ne ando' portandosi via tutta la mia inutile e patetica collera.

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